Venerdì 17 maggio 2024, ore 4:39

Bruxelles 

Il nucleare divide ancora l’Ue: è stallo sul mercato elettrico 

Il nucleare, sia pur in maniera indiretta, divide ancora gli Stati Ue. Dopo la sofferta intesa agli investimenti sostenibili e all'idrogeno verde fatto con l'atomo, alla riunione dei ministri europei dell'Energia, è stata la volta della riforma del mercato elettrico. E l'attesa luce verde non è arrivata. Il testo della riforma torna al Coreper I, ovvero al tavolo degli ambasciatori dei 27 in Ue. Toccherà a loro trovare la quadra. "Un accordo sul mercato elettrico è fondamentale", ha sottolineato la commissaria Ue all'Energia Kadri Simson.

Non è bastata, quindi, la schiarita con l'accordo sulle rinnovabili di venerdì scorso, risolto da una nota intepretativa della Commissione che non nomina il nucleare ma ne riconosce il contributo ai target di energia pulita al 2030. Al Consiglio Affari Energia riunitosi a Lussemburgo l'accesso dell'atomo agli incentivi dei "contratti per differenza", uno degli strumenti proposti dalla Commissione europea per riequilibrare il mercato e allineare di più i prezzi con i bassi costi di produzione delle rinnovabili, è stato ancora uno dei punti che spacca il Consiglio Ue. E i temi energetici continuano a presentarsi come uno stress test di una certa severità per l'asse franco-tedesco. Da un lato Berlino, che in seguito all'incidente nucleare di Fukushima del 2011 annunciò al mondo di voler spegnere le sue centrali e che sta continuando a farlo. Dall'altro Parigi, che produce il 70% della sua elettricità con il nucleare, interesse vitale per la sicurezza energetica nazionale.

Fino a oggi l'ha spuntata la Francia, che ha saputo tessere una rete cruciale con gli Stati dell'Est. L'Alleanza per il nucleare, che oltre all'Esagono conta 12 Paesi, è riuscita a far avere nel regolamento noto come tassonomia una patente di sostenibilità all'energia prodotta con il nucleare, a ottenere che l'idrogeno fatto con il nucleare non sia conteggiato come rinnovabile, ma sarà considerato come a basse emissioni di CO2. E ad incassare, nella proposta della Commissione europea sulla riforma del mercato elettrico, che fosse riconosciuto un principio di neutralità tecnologica e che i contratti siano legati non solo a fonti rinnovabili ma "non fossili". Parigi teoricamente potrebbe mettere sotto contratto per differenza tutto il parco nucleare esistente e futuro. Ma alla riunione dei ministri dell'Energia il punto è tornato sotto attacco: il timore - in primis di Germania, Austria e Lussemburgo - è che attraverso i contratti per differenza si dia un vantaggio competitivo alle aziende francesi.

Se la riforma del mercato elettrico arranca, l'accordo tra gli ambasciatori di venerdì scorso è arrivato dopo una paralisi che ha tenuto in ostaggio per mesi la direttiva rinnovabili. Al regolamento verrà aggiunto un preambolo e una nota interpretativa della Commissione europea, che riconosce il contributo di fonti energetiche non fossili ma diverse delle rinnovabili al raggiungimento dei target. L'Europarlamento, che avrebbe potuto opporsi, ha già fatto sapere di poter accettare il nuovo testo, e il primo via libera dovrebbe arrivare prima della fine del mese.

Rodolfo Ricci

( 20 giugno 2023 )

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