Domenica 28 aprile 2024, ore 22:11

Strasburgo 

Il Parlamento Ue apre la battaglia per la modifica dei trattati europei 

Più Europa, più partecipazione dal basso, stop ai veti: nell'ultima giornata della Plenaria di Strasburgo l'Eurocamera dà il là al lungo e difficile percorso che, da qui ai prossimi mesi, potrebbe portare alla modifica dei Trattati Ue. L'Aula, con una risoluzione approvata con 355 sì, 154 contrari e 48 astenuti, ha infatti messo nero su bianco le proposte giunte dalla Conferenza sul Futuro dell'Europa. Il rischio che il lavoro della cosiddetta Cofoe si traduca in un esercizio di stile resta ma, negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato. E, con la guerra in Ucraina e i continui veti di Orban, anche i governi più influenti dell'Ue hanno cominciato a pensare seriamente al superamento della rigida regola dell'unanimità. Il Trattato di Lisbona ha già limitato i casi in cui, in Consiglio Ue o ai summit dei leader Ue, sia obbligatorio il consenso unanime. La guerra in Ucraina ha messo tuttavia in evidenza come, l'unanimità, possa rallentare nettamente l'azione comunitaria. Basti guardare ai continui veti dell'Ungheria di Viktor Orban sul sesto pacchetto di sanzioni anti-russe. "Siamo aperti ad una evoluzione verso un maggior uso della maggioranza qualificata", ha annunciato il ministro per gli Affari Ue Clement Beaune, nel ruolo di rappresentante del Consiglio Ue.

L'apertura della presidenza francese è un assist a chi, dall'Italia alla Spagna, non disdegnerebbe il superamento dell'unanimità in una serie di temi. Mantenendo la regola, invece, per decisioni 'costituzionali' o di particolare rilevanza per l'Unione, come l'adesione di nuovi Stati membri. L'impegno di Emmanuel Macron è che se ne parli al summit europeo del 23 e 24 giugno. La Commissione, già la settimana prossima, farà una prima comunicazione sulle proposte della Conferenza sul futuro dell'Europa. Me solo a dicembre, in occasione dello Stato dell'Unione, la presidente Ursula von der Leyen approfondirà le linee guida di Palazzo Berlaymont. La presidenza francese, tuttavia, ha già suggerito una strada: non c'è bisogno di modificare i Trattati per accogliere tutte le proposte della Cofoe: in tanti casi potrebbe bastare anche cambiare i regolamenti legati ai Trattati stessi. Anche perché, per modificare le basi dell'ordinamento giuridico europeo è necessaria proprio l'unanimità.

Potrà mai Orban approvare il superamento dello strumento principe con cui tiene sotto scacco l'Ue? Ma la regola dell'unanimità trova il sostegno di una cospicua parte degli Stati membri meno popolati (il cui voto ha un peso minore nell'attuale maggioranza qualificata) e anche delle forze euroscettiche, Lega in testa. A Strasburgo, tuttavia, è prevalsa la linea di S&D, Renew e anche della gran parte del Ppe. In una giornata in cui l'Eurocamera ha anche approvato una risoluzione in cui si chiede al Consiglio Ue di non dare via libera al Pnnr polacco finché Varsavia non avrò attuato i suoi impegni sullo Stato di diritto e si esprime preoccupazione"per l'ok dato invece dalla Commissione". L'attacco a von der Leyen, per ora, si è fermato qua: i Verdi avevano avanzato già nella risoluzione la possibilità della mozione di censura, ma il loro emendamento non è passato. Inoltre la Commissione accelera sul via libera alla concessione dello status di candidato Ue all'Ucraina. Dopo aver esaminato le due parti del questionario consegnato da Kiev a Bruxelles su impegni e requisiti per ottenere lo status, l'esecutivo europeo, secondo quanto anticipato da Bloomberg, la settimana prossima potrebbe varare l'attesa raccomandazione.

Per l'Ucraina sarebbe una prima, concreta vittoria sul percorso di avvicinamento all'Ue. Ma il sì della Commissione, senza una ratifica del Consiglio europeo di fine giugno, rischia di essere inutile. E sulla candidatura di Kiev, gli Stati membri, finora si sono mostrati tutt'altro che uniti. La mossa di Ursula von der Leyen va nella direzione auspicata da Volodymyr Zelensky in un momento di critica impasse della guerra tra Russia e Ucraina. La raccomandazione dovrà essere approvata dal collegio dei commissari (cosa non scontata) e, in ogni caso, sarà un via condizionato. Nel testo, infatti, la Commissione potrebbe inserire la necessità che Kiev rispetti i parametri europei dello stato di diritto e della legislazione anti-corruzione. Ma il nodo della candidatura resta soprattutto politico. Del dossier von der Leyen ne ha parlato anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l'ha ricevuta al Quirinale.Del resto l'Italia si è già espressa a favore della candidatura dell'Ucraina. Unico - come ha spiegato il premier Mario Draghi all'ultimo summit europeo - tra i grandi Paesi dell'Unione, finora. La notizia della mossa di Palazzo Berlaymont arriva mentre, anche a Strasburgo, il Parlamento Ue accelera su un altro complesso dossier europeo, la modifica dei Trattati.

Rodolfo Ricci

( 10 giugno 2022 )

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