Venerdì 26 aprile 2024, ore 13:27

Bruxelles 

Intesa Ue sull’Iva ridotta per alcuni beni essenziali 

Via libera dell'Ecofin alle nuove regole, proposte dalla Commissione europea, sulle aliquote Iva. La proposta di modifica della direttiva, spiega l'esecutivo Ue, "fornisce ai Paesi membri maggiore flessibilità nelle aliquote e garantiscono un trattamento paritario tra gli Stati" dell'Unione. Le regole aggiornano inoltre la lista dei beni e servizi sui quali i Paesi possono muoversi per una riduzione dell'imposta: si va dai prodotti e servizi per la salute pubbliche ai beni per la tutela dell'ambiente e la transizione digitale.

"L'intesa unanime per aggiornare le regole sulle aliquote Iva è un'eccellente notizia e dimostra che se c'è volontà c'è anche un percorso europeo su cui andare avanti", ha sottolineato il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni. Le nuove misure dovranno passare al vaglio del Parlamento Ue e vanno approvate entro marzo 2022. Dopo la ratifica formale dei Paesi Ue la nuova direttiva entrerà in vigore entro venti giorni. Tra i prodotti presi in esame, l'Ue include gli assorbenti - oggetti in Italia della tampon tax prevista in manovra, con una riduzione Iva dal 22% al 10 - ma anche le mascherine protettive sanitarie. La riduzione, inoltre, secondo le nuove norme sarà praticabile su biciclette, comprese quelle elettriche, ristrutturazioni si abitazioni, accesso a internet Il primo passo della rivoluzione sociale dell'Europa post-pandemia è compiuto.

Altro capitolo. Prende il nome di salario minimo. Era dicembre 2020 quando il commissario europeo per il Lavoro, Nicolas Schmit, prometteva un'azione decisa di Bruxelles contro il precariato e a favore di condizioni di lavoro dignitose, con interventi che avrebbero favorito anche il Mezzogiorno. Un anno più tardi, i negoziati tra le istituzioni comunitarie per l'introduzione del salario minimo possono ufficialmente prendere il via. Una notizia che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, saluta come "buona" per entrambe: l'Europa e l'Italia, unico Paese in Ue che negli ultimi trent'anni non ha visto i suoi salari aumentare. E dove la struttura delle paghe, nella maggior parte dei casi, è poco trasparente, con un proliferare sempre più marcato di contratti pirata e una contrattazione collettiva che fatica a funzionare come dovrebbe. Superando gli ultimi malumori dei Paesi scandinavi, gli Stati membri hanno raggiunto l'intesa per avviare le trattative con il Parlamento Ue con l'auspicio di arrivare ad un via libera definitivo al salario minimo già nella prima metà del 2022, quando la Francia sarà al timone della presidenza di turno della Ue. Nei suoi postulati, ha osservato Orlando, il compromesso sul tavolo dà "una risposta forte al dumping salariale e alla presenza di molti lavoratori poveri", due fenomeni che si intrecciano e caratterizzano il mercato del lavoro continentale e italiano.

E la risposta convenuta dai ministri passa dal rafforzamento della contrattazione collettiva. Il dogma dovrà valere anche per i rider e, più in generale, il drappello di lavoratori della platform economy, da Uber a Deliveroo. Spesso invisibili per diritti e banche dati Inps. Ma che, anche dopo il loro proliferare durante i tempi del lockdown, non possono più essere ignorati. Nei prossimi giorni la Commissione europea disporrà un pacchetto di interventi dedicati alla loro tutela, riconoscendoli una volta per tutte come lavoratori subordinati e non collaboratori autonomi 'usa e getta'. Un percorso che l'Italia è pronta ad accogliere e integrare con strumenti nazionali.

Rodolfo Ricci

( 7 dicembre 2021 )

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