Sabato 18 maggio 2024, ore 21:49

Europa sociale

Invecchiamento attivo, accordo quadro Ue

Dopo 9 mesi di trattativa arriva l’intesa tra le parti sociali Ue sull’invecchiamento attivo. Ces, Business Europe, Ueapme e Ceep hanno raggiunto un accordo su un programma-quadro autonomo di 12 pagine (“European social partners’ autonomous framework agreement on active ageing and an inter-generational approach”) con cui si punta non solo ad assicurare ambienti e organizzazioni di lavoro sani, sicuri e produttivi, che consentano ai lavoratori di tutte le età di restare in servizio fino alla pensione. L’accordo vuole anche promuovere azioni concrete per rendere più semplice la trasmissione delle competenze e delle esperienze tra le generazioni sul luogo di lavoro, aumentare nei datori di lavoro e nei dipendenti la consapevolezza delle sfide e delle opportunità che possono derivare dai mutamenti demografici, fornendo loro e ai loro rappresentanti gli strumenti “per gestire l’invecchiamento attivo in maniera efficace”. Nel documento, le parti sociali Ue individuano alcune valutazioni strategiche che permetterebbero a lavoratori e imprenditori di rilevare rischi e opportunità, trasferire il know-how necessario, grazie all’intervento dei sindacati, e avviare le azioni necessarie per rispondere a cambiamenti demografici che evidentemente agiscono in maniera decisiva nel mondo del lavoro, soprattutto nelle realtà delle piccole e medie imprese. Tra queste valutazioni troviamo: le condizioni di lavoro; qualifiche, competenze ed esperienze; considerazioni sulla salute e sicurezza in merito ad alcuni lavori specifici, come i mestieri usuranti; valutazione degli sviluppi legati alla digitalizzazione e all’innovazione. Ces, Ceep, Ueapme e Business Europe individuano anche alcune misure per tutelare e migliorare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, e per consentire ai lavoratori di arrivare in buona salute o quantomeno il meno usurati possibile al momento della pensione: adeguamento e miglioramento dei processi di lavoro e dei luoghi di lavoro; redistribuzione/ripartizione dei compiti per i lavoratori; efficaci strategie di prevenzione e misurazione dei rischi, nel rispetto degli obblighi legislativi esistenti, compresa la necessaria formazione di tutti i lavoratori sulle norme a tutela della salute e della sicurezza; promozione volontaria della tutela della salute nei luoghi di lavoro, con azioni di sensibilizzazione; formazione di management, a tutti i livelli, per la gestione dei problemi nel settore; misure sanitarie e di sicurezza, sulla base dello stato di salute e psicologico dei lavoratori; possibili accordi di revisione tra management e responsabili della salute e sicurezza sul lavoro, in conformità con i requisiti di legge. Una migliore organizzazione del lavoro, scrivono le parti sociali Ue nell’intesa, in conformità con le esigenze delle imprese e dei lavoratori, ha come scopo di favorire un’intera vita lavorativa sana e produttiva, nella prospettiva di mantenere e migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro e la produttività dei lavoratori.

(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla, domani su Conquiste Tabloid)

( 14 marzo 2017 )

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