Lunedì 29 aprile 2024, ore 22:26

Economia 

L’inflazione incomincia a rendere nervosi i mercati 

Ormai è diventato un vero grido di allarme. L’inflazione inizia a seminare il panico nei mercati globali, da Tokyo a Wall Street, passando per il Vecchio Continente. In questa settimana si è arrivati in un solo giorno a mandare in fumo 233,23 miliardi di euro di capitalizzazione. Una perdita virtuale, ovviamente, basata sul calcolo medio di quanto si sono deprezzati i titoli delle azioni quotate in Borsa. È bastato poco per gelare gli umori che avevano portato a lenti e progressivi rialzi su tutte le piazze finanziarie, per effetto delle trimestrali e con la tenue luce apparsa in fondo al tunnel della pandemia, nonostante i numeri allarmanti ancora in arrivo dall'India. A cambiare il quadro in pochi istanti è stato il tasso d'
inflazione cinese, salito in aprile dello 0,9%, meno rispetto alle stime, ma comunque ai massimi dal settembre del 2020. Più allarmante la crescita oltre le attese dei prezzi alla produzione (+6,8%), la maggiore dall'ottobre del 2017. Tokyo ha lasciato sul campo il 3,08%, Taiwan addirittura il 3,79%, mentre non ha fatto una piega Shanghai (+0,61%), la cui domanda di metalli da giorni tiene sui massimi le quotazioni del ferro e dell'acciaio, giunto oggi a 6.069 dollari la tonnellata. Valore inferiore ai 6.080 dello scorso 5 maggio, ma comunque quasi il doppio del minimo di 3.405 dollari segnato lo scorso 26 ottobre. Poco mosso il greggio (+0,2% a 65,06 dollari al barile) in attesa delle scorte settimanali Usa. Il segno meno ha prevalso ovunque a partire dai semiconduttori, con Asm che ha ceduto quasi il 5% ed Stm il 3,37% all'indomani del crollo dell'Indice settoriale di Filadelfia (-4,7%).
Ora gli investitori guardano alle banche centrali. La Fed si esprimerà la prossima settimana mentre la Bce continuerà ancora con la sua politica monetaria di sostegno alla’Eurozona. La presidente, Cristine Lagarde resta convinta che che la risposta dell'Unione europea alla crisi sia stata impressionante, coordinata e decisiva. "La velocità della risposta è stata impressionante rispetto a quanto accaduto durante la passata grande crisi finanziaria", ha detto a più riprese. "Se si mettono insieme i pacchetti di stimolo fiscale con quelli dell'area euro, assieme agli stabilizzatori automatici, siamo a quasi il 7% del Pil" di espansione di bilancio, ha spiegato Lagarde. Ed è un fatto che la politica monetaria ha contribuito per oltre il 2% del Pil offrendo sostegno a oltre due milioni di posti di lavoro. Poi c’è la questione del Recovery Fund che potrebbe essere reso permamente. È presto per parlarne ma la Commissione europea è intenzionata a favorire il processo con ogni mezzo.
E il primo passo per aiutare gli Stati membri a dare lo slancio definitivo alla ripresa è tagliare i tempi di approvazione dei piani nazionali: Bruxelles darà già a metà giugno le valutazioni di quelli arrivati entro il 30 aprile, come chiedevano i governi che si sono affrettati ad inviarli. E dopo l'ok dell'Ecofin il 18 giungo, a luglio potrebbero arrivare i primi fondi. Senza dimenticare l’ottimismo delle previsioni di primavera di Bruxelles: "Le vaccinazioni e l'allentamento delle restrizioni stanno aprendo la strada alla forte ripresa dell'economia italiana nella seconda metà del 2021. Gli investimenti sostenuti dall'Ue dovrebbero portare l'economia su un percorso di espansione sostenuta, che dovrebbe consentire alla crescita di tornare al livello pre-pandemia entro la fine del 2022: si rivede al rialzo anche il Pil italiano a +4,2% quest'anno e +4,4% il prossimo. Ma inflazione permettendo, quello che preoccupa di più l’Europa è la fine del
del mandato di Angela Merkel come Cancelliera tedesca, che potrebbe aprire la strada alla leadership dell'Unione da parte di altri politici europei.
Nè è convinta anche Cristine Lagarde che ha descritto l'addio di Merkel come "un posto di potere liberato da qualcuno che lo ha tenuto per sedici anni, e sarà sostituito da un altro Cancelliere la cui personalità e il cui programma politico non conosciamo. Credo che in un ambiente come l'Unione europea, un simile vuoto di leadership non duri molto. Immagino che altri leader si faranno avanti per cercare di prendersi dello spazio". "Alla fine - ha commentato Lagarde - un Paese come la Germania continuerà a giocare un ruolo significativo, ed è per questo che le elezioni a settembre sono così importanti. "Non ho idea di chi sarà eletto, se un uomo o una donna, ma avrà enorme importanza".

Rodolfo Ricci

( 14 maggio 2021 )

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