Domenica 5 maggio 2024, ore 6:34

Bundesbank  

La Locomotiva tedesca rischia una nuova crisi 

Da locomotiva europea a palla al piede della ripresa: la Germania va verso la seconda recessione tecnica della pandemia, anche se dopo lo stop invernale i dati che anticipano l'andamento dell'economia segnalano per l'area euro una robusta ripresa, e per l'economia tedesca già a febbraio un ritorno deciso alla crescita. È la Bundesbank a segnalare che, dopo un -0,7% di Pil nell'ultimo trimestre 2021, "l'attività economica complessiva potrebbe di nuovo scendere notevolmente nel primo trimestre 2022, prima di riguadagnare velocità in primavera". Una previsione che contrasta con lo 0,4% di crescita attesa dagli economisti (dati Bloomberg) e che tocca tanto il terziario quanto il settore manifatturiero. È l'onda lunga dell'ultima ondata del Covid, che ha colpito duro in Germania quest'inverno con misure di contenimento stringenti dopo l'impennata dei casi. Solo la scorsa settimana le autorità hanno concordato un piano di riaperture in tre fasi, partendo dal ritorno ai contatti al chiuso per vaccinati e guariti.

Solo dal 4 marzo, tuttavia, questi potranno tornare in bar e hotel senza un tampone, che resterà necessario per i vaccinati. Misure che dovrebbero aver messo alle spalle dei tedeschi il picco dei contagi, ma che prospettano una nuova recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita negativa) dopo quella del 2020, associandosi alle strozzature al commercio mondiale, fattore pesante per un'economia particolarmente aperta (e con un forte interscambio con la Cina del 'Covid-zero'), e al boom dell'inflazione sopra il 5% nei mesi invernali. Quella della Bundesbank è un pò una fotografia del passato stando all'indice flash pmi che monitora l'attività del manifatturiero e dei servizi, a febbraio in Germania a 56,2 da 53,8 di gennaio, "la più forte crescita nel settore privato in sei mesi" con "segnali di miglioramento della domanda" secondo Ihs Markit. Nella zona euro lo stesso indice è salito a 55.8 (52.3 a gennaio), segnalando decisa crescita (il livello 50 separa la contrazione dall'espansione economica).

La ripresa sarebbe già iniziata, dunque. Le riaperture progressive con il clima primaverile dovrebbero fare il resto, pur con alcune note di cautela: le incertezze elevatissime sullo scontro che ha al suo centro il futuro dell'Ucraina, l'andamento della pandemia, e l'inflazione: in Germania i prezzi alla produzione sono balzati, in base ai dati pubblicati nei giorni scorsi, del 25% annuo a gennaio. Un record storico che prelude a un'inflazione alle stelle, che rischia di frenare i consumi e pesa come un macigno sul dibattito di politica monetaria alla Bce. Ma c’è un pericolo anche per il resto dell’Unione: l'improvvisa escalation in Ucraina "aumenta fortemente l'incertezza sulla ripresa post-Covid" dell'Europa. È il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni a lanciare l'allarme su uno dei possibili 'dark side' della crisi tra Occidente e Russia. Con l'Ue che, dopo una performance invernale non paragonabile a quella della fine del 2021, rischia di perdere nuovo slancio nella risalita dall'era pandemica. E sono diversi i possibili effetti collaterali che potrebbe portare la crisi ucraina: da quelli legati a doppio filo con le sanzioni contro Mosca al contraccolpo energetico fino ad eventuali danni al turismo. La crisi ucraina, del resto, giunge al termine di un periodo in cui l'ondata di Omicron, l'impennata dell'inflazione e le strozzature energetiche hanno già parzialmente fiaccato la ripresa europea.

Rodolfo Ricci

( 23 febbraio 2022 )

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