Sabato 27 aprile 2024, ore 0:28

Bruxelles 

La Ue non abbassa la guardia sul debito dei Paesi membri 

La Commissione europea è disposta a valutare l'idea di una 'golden rule' per lo scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit pubblico, ma l'incentivo deve essere abbinato all'impegno a continuare a ridurre gli oneri complessivi del debito. È questa la linea che ha indicato il vice presidente della Ue, Valdis Dombrovskis, parlando al Financial Times del dibattito in corso sulla revisione delle regole sui conti pubblici. "Sarà importante vedere come raggiungere traiettorie credibili di riduzione del debito per garantire la creazione dello spazio fiscale" necessario "per affrontare le nuove sfide", ha sottolineato Dombrovskis, evidenziando che "è chiaro che, quando guardiamo alle traiettorie di riduzione del debito, riguarda tutto il debito pubblico, non frammenti di debito o debito da cui vengono escluse alcune parti". Tra i sostenitori della 'golden rule' ci sono l'Italia e la Francia.

Ad opporsi all'idea sono invece i falchi dell'Europa del Nord, che temono di creare un precedente per l'esclusione di altre categorie della spesa pubblica dai vincoli, minando la disciplina di bilancio. Più in generale, Dombrovskis ha riferito di aver visto un consenso relativamente ampio sulla necessità di semplificare il Patto di stabilità, e di aspettarsi "aggiustamenti", ribadendo che le traiettorie di riduzione del debito devono essere "credibili ma realistiche". Uno dei modelli per semplificare il Patto a cui l'Ue potrebbe guardare, ha aggiunto, è quello proposto dallo European Fiscal Board, che fisserebbe un tetto alla crescita della spesa pubblica e richiederebbe agli Stati membri di lavorare per un "ancoraggio" del debito.

Sul Recovery fund invece "siamo sulla buona strada, attendiamo il prossimo anno come anno della sua "attuazione". ha confermato sempre il vice presidente della Commissione europea ricordando che il Consiglio Ue ha dato il suo consenso ai piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) presentati da 22 Stati membri. La Commissione europea sta ancora valutando i piani di quattro paesi (Bulgaria, Svezia, Polonia e Ungheria), mentre continua a lavorare "in modo costruttivo con le autorità olandesi che hanno indicato che il piano dovrebbe essere presentato nella primavera del 2022". Parlando dei pre-finanziamenti concessi fin qui, Dombrovskis ha indicato pagamenti per 54,2 miliardi di euro circa a 18 Stati membri. "Le discussioni tra i nostri servizi e il governo italiano sono a buon punto, fino ad ora ho firmato 3-4 accordi operativi" per aprire le richieste delle prime rate del Recovery fund da parte degli Stati membri "e dovrei fare lo stesso per l'accordo operativo dell'Italia prima di Natale", ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni. Dopo la firma "il governo può, quando lo decide, fare la richiesta di esborso", ha aggiunto Gentiloni, precisando che i tempi istituzionali per il via libera arrivano a "tre mesi".

Intanto la Commissione europea lancia la sua minimum tax per le multinazionali. La proposta presentata ieri da Bruxelles segue l'accordo internazionale già raggiunto all'Ocse da 137 Paesi per un'aliquota fiscale effettiva del 15% e stabilisce come sarà applicata "in modo coerente e corretto" in tutta Europa. Le norme proposte si applicheranno a qualsiasi grande gruppo, sia nazionale che internazionale, con una società madre o una controllata situata in uno Stato membro. "Non stiamo abolendo la concorrenza fiscale, non stiamo introducendo un'armonizzazione dell'imposta sulle società nell'Ue. Quello che stiamo introducendo è un tetto alla corsa al ribasso", ha ribadito sempre il commissario europeo per l'economia, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea per l'introduzione della minimum tax per le multinazionali concordata in seno all'Ocse.

Rodolfo Ricci

( 22 dicembre 2021 )

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