Sabato 27 aprile 2024, ore 0:09

Bruxelles 

Ue: finora 10 Paesi hanno richiesto altri prestiti del Recovery 

Finora sono dieci i Paesi ad aver fatto domanda per prestiti in una seconda richiesta o nel caso non l'abbiamo fatto in occasione del lancio del Recovery fund. Il totale dei prestiti richiesti dai dieci Stati è di 148 miliardi di euro, cifra ancora inferiore ai 225 disponibili. Lo hanno spiegato i commissari Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni nel corso dell'audizione sull'attuazione del Pnrr e sul RePowerEu in commissione Econ all'Eurocamera. "Il fatto che dieci Stati membri ci abbiano ora notificato la loro intenzione di chiedere prestiti del Recovery per la prima volta o in aggiunta alle loro richieste iniziali, dimostra che i prestiti dell'Ue rimangono una proposta interessante anche nell'attuale contesto rimangono una proposta attraente anche nell'attuale situazione di aumento dei tassi di interesse", ha aggiunto Gentiloni sottolineando che, allo stesso tempo sono quattro i Paesi (Germania, Estonia, Finlandia e Lussemburgo) ad aver presentato modifiche ai loro piani.

La deadline del 30 aprile per i Pnrr aggiornati i con il nuovo capitolo RePowerEu è dilazionabile e molti governi "hanno bisogno di più tempo". Ma "gli Stati membri devono presentare le modifiche il prima possibile". A pochi giorni dalla scadenza vivamente suggerita da Bruxelles per la presentazione dei nuovi piani di ripresa e resilienza, la Commissione ha ammesso che la data consigliata, da diversi Paesi, non sarà rispettata. Ma, anche per questo, dal vice presidente dell'esecutivo europeo Valdis Dombrovskis è arrivato un nuovo monito: sul fronte del Recovery la priorità ora è accelerare. L'occasione per aggiornare lo status quo dell'attuazione dei Pnrr è arrivata a Strasburgo, dove Dombrovskis e Paolo Gentiloni sono stati sentiti dalla commissione Econ dell'Eurocamera. E dal commissario italiano è arrivata una netta apertura per il via libera alla terza tranche di pagamenti per l'Italia. "La valutazione riguarda le concessioni portuali e e due pianI di rigenerazione urbana. Procede in modo molto costruttivo e sono piuttosto ottimista sul fatto che queste valutazioni possano concludersi positivamente", ha sottolineato Gentiloni. Parole che fanno da sponda alle aspettative di Palazzo Chigi. Ambienti del governo, poche ore prima l'intervento del commissario europeo, spiegavano infatti di attendere a breve la risposta di Bruxelles sui due piani su cui era stato chiesto un esame supplementare: la riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia. Il confronto proseguirà e si intensificherà nei prossimi mesi, dunque.

E l'idea del governo di traslitterare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione di Coesione resta valida anche per Bruxelles. Nel frattempo è arrivato il via libera del Parlamento europeo a tre pilastri - inclusi in 5 diverse misure - del Fit for 55, la strategia dell'Ue per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, secondo quanto previsto dalla Legge europea sul clima.

I testi adottati dall'Eurocamera riguardano la riforma del sistema di scambio di quote di emissioni (Ets), che includerà il trasporto aereo e marittimo, la cosiddetta carbon tax, ovvero meccanismo di adeguamento alle frontiere (Cbam) ed il Fondo sociale per il clima.E’passato, con 413 voti a favore 167 contrari and 57 astensioni, la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Ets), che prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034. Stando al testo verrà inoltre creato un nuovo sistema, detto Ets II, per i carburanti per il trasporto su strada e per gli edifici. Il Parlamento ha votato per includere nel sistema Ets, per la prima volta, le emissioni di gas a effetto serra del settore marittimo, con 500 voti favorevoli, 131 contrari e 11 astensioni, e ha approvato la revisione dell'Ets per l'aviazione con 463 voti favorevoli, 117 contrari e 64 astensioni. E’passato anche il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), la cosiddetta carbon tax, con 487 voti a favore 81 contrari e 75 astensioni.

Il nuovo meccanismo imporrà alle aziende importatrici nell'Ue di prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera e includerà ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni. È arrivato infine anche l'accordo, adottato con 521 voti a favore 75 contrari e 43 astensioni, per un Fondo sociale per il clima dell'Ue per garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva.

Il testo prevede che, non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all'asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro. I testi approvati dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio. Saranno quindi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue ed entreranno in vigore 20 giorni dopo.

Rodolfo Ricci

( 18 aprile 2023 )

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