Martedì 23 aprile 2024, ore 9:24

Bruxelles 

Ue: la guerra peserà sul Pil, salta la “stretta” sul debito 

La guerra in Ucraina e le ipotesi di nuove sanzioni alla Russia, tra cui il divieto di importare il greggio russo ha fatto schizzare il prezzo del petrolio e del gas, oltre a quello delle altre materie prime. Il petrolio Wti sale a 124 dollari al barile, in rialzo del 7,4%. Il Brent a 127 dollari (+7,7%). Fiammata anche per il prezzo del gas. Ad Amsterdam le quotazioni sono schizzate a 335 euro al Mwh, con un rialzo del 74%. A Londra il prezzo sale a 795 penny al Mmbtu. Male anche le Borse europee. Allora la Ue si sta interrogando su quali politiche di bilancio dovrà adottare. Sospensione del Patto di Stabilità probabilmente prolungata e, comunque, nessuna stretta sul debito. L'impatto della guerra in Ucraina si fa sentire anche sulla strategia fiscale di medio termine di un'Ue che, appena uscita dall'emergenza Omicron si ritrova in una situazione di elevata incertezza. E le sanzioni, durissime, imposte a Mosca hanno un prezzo anche per il Vecchio continente.

"L'impatto su inflazione e energia è notevole. I prezzi resteranno alti più a lungo del previsto nel 2022", ha ammesso il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al termine dell'Ecofin straordinario riunitosi in videoconferenza. Qualche ora prima, era l'Eurostat a certificare l'onda lunga dell'aumento dell'inflazione, registrando un nuovo record a febbraio: 5,8%, lo 0,7% in più di gennaio. Bruxelles si ritrova costretta a correre ai ripari. Nelle linee guida macroeconomiche l'Ue invita gli Stati membri a mantenere politiche di bilancio coerenti e coordinate e garantire la sostenibilità del debito attraverso un aggiustamento di bilancio graduale e una crescita economica sostenibile, si legge nel testo. I Paesi con debito elevato dovrebbero "iniziare gradualmente a ridurlo nel 2023" e comunque tutelando gli investimenti per la transizione che, invece, i Paesi con basso debito "dovrebbero rafforzare", recitano le linee guida. La parole d'ordine sul debito, insomma, è non essere rigidi. "Non applicheremo la regola del ventesimo sulla riduzione del debito in questo contesto e nel prossimo anno", ha annunciato Dombrovskis facendo riferimento al criterio secondo cui i Paesi elevati devono annualmente in misura pari ad 1/20 del gap fra il corrente rapporto debito/Pil e il tetto del 60% previsto dal Patto di stabilità.

Di più. Il termine della sospensione del Patto - che era dato con certezza matematica alla fine dell'anno - potrebbe slittare. La Commissione farà una valutazione tra maggio e giugno e, come ha spiegato il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni, in ogni caso Bruxelles non aprirà alcuna procedura per deficit eccessivo questa primavera. Tanto che le linee guida varate per ora sono "qualitative". Al momento "l'incertezza è troppo elevata", per la Commissione, per elaborare dei numeri di riferimento sul ritmo di riduzione del debito e del deficit. Al vertice dei leader europei di Versailles saranno proprio i dossier economici a fare da protagonisti. Ma se fino a pochi giorni fa il piatto forte sarebbe dovuto essere la riforma del Patto di Stabilità, ora saranno gli effetti e le contromisure alla guerra in Ucraina a farla da padroni. "La guerra non farà deragliare la ripresa.

I fondamentali sono solidi, la crescita continuerà ma con un rallentamento", hanno sottolineato Gentiloni e Dombrovskis. Il nodo resta quello dell'energia. Per l'Ue e per l'Italia. Il nostro Paese, ha spiegato l'ex premier, "ha un economia che è il doppio di quella russa e non abbiamo una grande esposizione finanziaria a Mosca". È sulla riduzione della dipendenza dal gas che Roma e le altre capitali europee devono lavorare. Anche perché, sulle sanzioni, l'Ue non arretra. Nel frattempo a Bruxelles si stanno concentrato sulla più rigida attuazione delle sanzioni finanziarie anti-Mosca e ad una stretta sulle criptovalute, attraverso cui potrebbero essere aggirate. "Ma se serve andremo avanti", è la promessa dei vertici Ue.

Rodolfo Ricci

( 7 marzo 2022 )

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