Domenica 15 giugno 2025, ore 9:03

Bruxelles 

Ue: più flessibilità negli aiuti di Stato per politiche abitative 

Più flessibilità negli aiuti di Stato per gli alloggi. Stretta tra l'emergenza sicurezza e la guerra commerciale con gli Usa, l'Unione europea prova comunque a concentrarsi su dossier lasciati un pò da parte nel 2025. Uno di questi è quello della crisi abitativa. E dalle promesse ora si cerca di passare ai fatti. La Commissione, infatti, ha dato il via ad una consultazione pubblica per rivedere le norme sugli aiuti di Stato per affrontare l'emergenza alloggi. La consultazione finirà a luglio. Poi, al massimo al rientro dalle ferie, Palazzo Berlaymont procederà a comunicare le nuove norme.

Ad occuparsi del dossier è innanzitutto la vice presidente esecutiva con delega alla Transizione Teresa Ribera, uno dei pochi membri socialisti di una Commissione targata inesorabilmente Ppe. Più in generale i Socialisti Ue hanno eletto quello dell'housing come una delle loro battaglie simbolo, spingendo per la creazione di una commissione europarlamentare ad hoc, guidata da Irene Tinagli. Ma il dossier è caro anche a Giorgia Meloni. A fine maggio, all'Assemblea di Confindustria, la presidente del Consiglio è tornata sul Piano Casa - lo schema di incentivi, sgravi fiscali e affitti agevolati a cui il governo sta lavorando - ricordando come la misura sia una priorità dell'esecutivo ma spiegando si non voler fare annunci a vuoto. In questo senso, l'intervento dell'Europa potrebbe rappresentare una sponda quasi perfetta in vista della manovra d'autunno. "In tutta Europa, troppe famiglie e troppi giovani non riescono a permettersi una casa dignitosa. Non si tratta solo di un problema abitativo, è un'emergenza sociale.

La revisione odierna delle norme sugli aiuti di Stato è uno degli strumenti che stiamo utilizzando per aiutare gli Stati membri ad agire più rapidamente e in modo più intelligente sull'edilizia abitativa a prezzi accessibili", ha sottolineato Ribera. Le attuali norme, ha spiegato la Commissione, già permettono di sostenere l'edilizia sociale per i più svantaggiati senza limiti di compensazione, ma non sono sufficienti a fronteggiare le sfide legate all'accessibilità della casa, che riguardano ormai fasce più ampie della popolazione, specie nelle aree urbane. Le modifiche proposte andranno quindi a concentrarsi su una maggiore flessibilità delle regole attuali e sul maggior coinvolgimento di cittadini, enti e autorità. La consultazione lanciata dall'Ue raccoglierà contributi fino al 31 luglio. Poi Bruxelles darà il via libera alle modifiche delle norme per gli aiuti di Stato. Non si tratterà dell'unico intervento nel settore.

Nel 2026 ila Commissione si è posta l'obiettivo di presentare un Piano europeo per l'Edilizia Abitativa a Prezzi Accessibili per integrare le politiche degli Stati membri. Il portafoglio a disposizione è ancora tutto da definire. I fondi europei a disposizione, dirottati in buona parte suo canali preferenziali della difesa e della competitività, per Ursula von der Leyen resta un nodo da sciogliere. Anche per questo la Commissione sta cercando innanzitutto di utilizzare al massimo gli strumenti a disposizione.

Come quello della politica di Coesione: tra le 5 priorità indicate come base legale per il trasferimento dei fondi assegnati c'è anche quella degli alloggi. Negli ultimi anni il problema della casa a basso costo si è aggravato in molte città europee. Nel 2023, le famiglie dell’Ue hanno speso in media il 19,7 % del reddito per la casa, e oltre il 10 % di esse ha dovuto affrontare costi superiori al 40% del reddito disponibile soprattutto nei centri urbani (10,6 %, contro il 7,0 % rurale). La situazione è ancora più critica per i giovani: il 10,1 % di chi ha tra i 15 e 29 anni vive in nuclei in cui oltre il 40 % del reddito è destinato all’abitazione, con un tasso di sovraffollamento del 26,0 %, ben sopra il 16,8 % medio europeo.

Rodolfo Ricci

( 9 giugno 2025 )

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