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Contratti

Pubblica amministrazione: è scontro su risorse per il rinnovo

È guerra di cifre tra governo e sindacati sul fronte del rinnovo del contratto del pubblico impiego. O meglio, il governo sembra tralasciare i “trascorsi” del settore e il decennale blocco della contrattazione subito dai lavoratori pubblici.

“Il Ministro della Funzione pubblica Dadone - sottolinea il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga - ha riportato cifre apparentemente cospicue per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, ma come ha rilevato la stessa Aran queste non sono sufficienti a recuperare il gap con gli incrementi avuti negli ultimi undici anni dai lavoratori di altri settori produttivi”. Aran ipotizza un aumento di circa 100 euro lordi a regime con i prossimi contratti. “Va detto in premessa - aggiunge il sindacalista - che stiamo parlando di contratti che nell’eventualità di un rinnovo potranno essere sottoscritti non prima del 2021, stante che le risorse di cui si parla sono state ipotizzate a regime e, quindi, disponibili solo una volta chiusa la manovra di bilancio per l’anno prossimo”. Le stesse federazioni del pubblico impiego denunciano che mancano all’appello non meno di 1,5 miliardi di euro. Le somme che saranno corrisposte, ribadisce Ganga, incidono su salari “che hanno subito, per un decennio intero (caso di rilevanza internazionale), un blocco assoluto che ha causato, mediamente, una perdita del potere d’acquisto certificata dalla stessa Aran che attesta il disallineamento fra stipendi pubblici e privati negli ultimi 11 anni del 12,4% rispetto alle retribuzioni dell’industria e del 7,3% per quelle dei servizi privati”. E’ chiaro quindi che tale perdita “non potrà essere compensata da un incremento del 3,72%”. “Il governo - conclude il segretario confederale cislino - non dovrebbe dimenticare, inoltre, che le somme utilizzate nella tornata precedente non furono sufficienti a garantire numerosi istituti che vennero rimandati agli odierni rinnovi. Comprendiamo perfettamente le ragioni che portano, politicamente, ad offrire all’opinione pubblica un affresco ideale delle attuali disponibilità del governo, ma non possiamo fingere che questo sia la realtà. Bene hanno fatto, quindi, le nostre Federazioni del settore pubblico a promuovere le iniziative di mobilitazione per le prossime settimane”.

I. S.

( 14 febbraio 2020 )

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