Niente sacrifici e niente manovra correttiva. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, assicura che i conti pubblici italiani - nonostante la pressione delle spese per la difesa - sono in ordine e la crescita sarà con ogni probabilità in linea con le stime che la indicano quest'anno allo 0,6%. Proprio per questo la prossima legge di bilancio non porterà con sè alcuna nuova stretta. L'approccio "serio e responsabile" scelto dal Mef sta dando i suoi frutti e, considerandone i risultati in termini di apprezzamento sui mercati ma anche di consenso politico, continuerà sulla stessa linea anche in futuro. Quali saranno invece le misure in dote per il prossimo anno non è dato ancora sapere. Troppo presto per scegliere gli interventi da portare avanti. Le indiscrezioni pubblicate sui giornali a partire dalla seconda metà di agosto sono "una serie pirotecnica di proposte fantasiose di cui il ministro - puntualizza lo stesso Giorgetti - non sa assolutamente nulla".
Davanti alla platea degli imprenditori riuniti a Cernobbio, come di consuetudine a inizio settembre, per il Forum Teha, il titolare dell'Economia parla apertamente per la prima volta dopo la sfilza di notizie trapelate nei giorni scorsi Giorgetti non entra nel merito di nulla, nega che ci siano ancora dettagli concreti su alcunché. "Così come c'è il calcio mercato nel mese di agosto - spiega - c'è anche una manovra-mercato in agosto e settembre". Ma come governo, aggiunge, dobbiamo ancora parlare del quadro d'insieme. La linea della serietà, quella scelta sul fronte dei conti pubblici, contraddistingue anche la messa a punto della legge di bilancio e la sua comunicazione. Nulla di fondato dunque, per il momento, nella famigerata tassa sulle banche, o sui buyback azionari, che ha agitato in questi giorni il dibattito politico ed economico e che, anche oggi, è stata al centro delle critiche da parte dei leader di opposizione.
Non sembra quasi un caso che il leader della Lega, Matteo Salvini, sempre pronto ad intervenire direttamente sui più vari temi economici, dallo stesso palco di Villa d'Este si sia oggi limitato ad illustrare il piano infrastrutturale del suo ministero, senza entrare nel merito né delle banche, nè della rottamazione sponsorizzata dal partito. "Sulla manovra non parlo - ha risposto a domanda diretta - lascio la parola al collega Giorgetti". Il titolare dell'Economia sottolinea dunque una delle priorità già chiare: proseguire, come programmato, sulla via di ulteriori interventi fiscali significativi a favore delle famiglie. Dovranno essere compatibili con la regola della spesa stabilita a livello europeo, ma dovranno fare i conti anche con un'altra variabile "assolutamente detestabile": l'escalation della guerra tra Russia e Ucraina.
La conseguente richiesta di aumento delle spese per la difesa "implica una maggiore pressione sui conti pubblici, che dobbiamo valutare. Speriamo che non comprometta i nostri obiettivi in termini di politica economica e di politica in senso lato", afferma. Sulle spese della difesa c'è poi anche un altro elemento da considerare: al dovere assunto a livello internazionale deve affiancarsi uno sforzo significativo dell'industria della difesa nazionale chiamata. Il ministro riconosce che si tratta di un'impresa "quasi improvvise e titanica", ma le imprese devono poter partecipare a questa fase, "altrimenti tutto si traduce in aggravio finanza pubblica senza ritorno di produzione e occupati in Italia". Da qui la sollecitazione partita alle società partecipate dallo Stato.
Rodolfo Ricci