Forte preoccupazione anche da Confindustria. La possibile imposizione dei dazi da parte degli Usa sarebbe ”un ennesimo stop alle nostre imprese e industrie”, afferma il presidente Orsini, che sottolinea: ”In momenti difficili come questi servono misure straordinarie e coraggio straordinario, quindi noi abbiamo bisogno che il nostro Governo abbia coraggio e che l'Europa cambi rotta”. Secondo il Centro studi di Viale dell’Astronomia il pil italiano nel 2025 è atteso crescere dello 0,6% dopo. Un'eventuale escalation dei dazi potrebbe però avere ”un persistente, invece che temporaneo, innalzamento dell'incertezza (+80% sul 2024) che avrebbe un impatto cumulato negativo sul pil italiano, misurato come scostamento rispetto allo scenario base, del -0,4%”. Nello scenario peggiore il pil quest'anno crescerebbe dello 0,2%. Nelle precedenti previsioni Confindustria aveva fissato la crescita per quest'anno allo 0,9%.
La vicenda dazi continua a creare fibrillazioni nel Governo. La osizione della premier Meloni è la stessa da tempo: ”Bisogna evitare di alimentare un'escalation di dazi contro dazi, perché tutti ne farebbero le spese”. Di certo il tema finirà al centro dell'incontro, ancora non in agenda, che la premier è pronta ad avere con il vicepresidente degli Stati Uniti Vance, che ha programmato una visita a Roma nei giorni di Pasqua, fra il 18 e il 20 aprile.
Le opposizioni, da parte loro, hanno chiesto alla presidente del Consiglio una informativa urgente alle Camere.
Giampiero Guadagni