Venerdì 28 novembre 2025, ore 0:32

Lavoro 

Inps: nel 2024 più stabilizzazioni ma meno beneficiari di politiche attive 

Nel 2024 i lavoratori beneficiari di politiche attive del lavoro sono stati 3.279.000 con una flessione del 2,3% sul 2023. Secondo l'Osservatorio Inps sulle politiche occupazionali crescono però le stabilizzazioni e gli incentivi all'occupazione a tempo indeterminato che nel 2024 hanno riguardato in media oltre 508.000 beneficiari, in aumento del 7% sull'anno precedente.
Prosegue l'applicazione dei nuovi esoneri contributivi introdotti dalla legge 178/2020, compresi gli esoneri totali per giovani e donne, mentre si interrompe a giugno 2024 la Decontribuzione Sud, misura rivolta alla generalità dei rapporti di lavoro nelle aree svantaggiate del Paese. Il numero di trattamenti di Naspi è stato pari a 2.095.615 con un aumento del 6,5% sull'anno precedente. I beneficiari di questa prestazione nell'anno sono stati 2.017.500, al livello più alto almeno negli ultimi sei anni. I beneficiari di trattamenti di disoccupazione agricola è stato pari a 512.309, -2,3% rispetto all'anno precedente.
Nel quinquennio 2020-2024 l’Osservatorio Inps rileva un andamento fortemente decrescente dei beneficiari di indennità di mobilità. La dinamica è legata al processo di armonizzazione dei trattamenti di disoccupazione previsto dalla legge 92/2012, che ha condotto alla definitiva soppressione di questa misura a partire dal 1° gennaio 2017. In parallelo, risulta in esaurimento anche la categoria dei Lavoratori socialmente utili, segnando il superamento di strumenti storici di gestione delle crisi occupazionali.
Intanto l’Istat fa sapere che nel 2024 è continuato il trend di crescita dell'occupazione iniziato a partire dal 2021, successivamente al crollo del 2020 dovuto alla crisi pandemica: il tasso di occupazione dei 15-64enni raggiunge il 62,2% (+0,7%), quello di disoccupazione scende al 6,6% (-1,2%) e quello di inattività si attesta al 33,4% (+0,1%). Il tasso di occupazione, tra il 2022 e il 2023, aumenta soprattutto per le famiglie più povere. Il Mezzogiorno ha un tasso di occupazione più basso (48,2% nel 2023), rispetto al 2022 aumenta come il Nord-est (+1,5%). Il recupero del tasso di occupazione rispetto al 2022 cresce all'aumentare del livello di istruzione. La quota di dipendenti a tempo indeterminato cresce all'aumentare del reddito: nel complesso, è aumentata rispetto al 2022 dal 39,8% al 41,2%. Diminuita lievemente quella dei dipendenti a tempo determinato dal 8,1% al 7,9%. Nel 2023, più di un quarto degli occupati (26,7%) si posiziona nel gruppo di professioni e attività a basso reddito, e solo il 15,2% in quello ad alto reddito.
Giampiero Guadagni

( 26 novembre 2025 )

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