Mercoledì 16 luglio 2025, ore 6:55

Dazi 

Italia secondo Paese più esposto in Europa 

L'Italia è il secondo Paese Ue più esposto ai nuovi dazi, subito dopo la Germania. Con i dazi al 30% sui prodotti europei potrebbe arrivare una stangata da almeno 35 miliardi di euro l'anno. A sostenerlo è l'Ufficio studi della Cgia che ha effettuato una stima, in via molto prudenziale. I settori più colpiti dovrebbero essere medicinali, preparati farmaceutici; autoveicoli; navi e imbarcazioni; macchinari; vini; prodotti raffinazione petrolio; abbigliamento; occhialeria; gioielleria e mobili. Secondo lo Svimez l’impatto sul pil è tra -0,6 % e -0,8%: quanto all’occupazione, sono circa 178 mila i posti di lavoro a rischio.
In forte allarme le imprese. Il presidente di Confindustria Orsini, però avverte: ”Ora serve mantenere tutti la calma e avere i nervi saldi. Non possiamo compromettere i nostri mercati finanziari. La lettera arrivata dagli Stati Uniti è una sgradevole volontà di trattare”. Il presidente di Confartigianato Granelli chiede al Governo ”misure concrete per sostenere la competitività internazionale delle nostre imprese: strumenti per la diversificazione dei mercati, incentivi all'innovazione e investimenti infrastrutturali ed energetici che rafforzino la resilienza del nostro sistema produttivo”. Confartigianato calcola che la regione più esposte per export negli Usa delle pmi è la Lombardia, seguita Veneto, Toscana, Emilia-Romagna. Nei singoli settori, sono preoccupati e allarmati anche gli imprenditori del mobile, con FerlegnoArredo che sottolinea: ”L’Europa tutta e il nostro Governo devono aver ben presente che non difendere le nostre imprese adesso potrebbe avere come conseguenza la desertificazione industriale del Vecchio Continente”.
Anche da Confcommercio un appello a ”negoziare, negoziare, negoziare”. Per il presidente di Confcooperative Gardini ”Trump dimostra di essere un disseminatore di tempesta e di discordia, ma l'Europa mostra la sua solita inefficacia”. In forte allarme l'agroalimentare. Per il Consorzio Tutela Grana Padano, che prevede prezzi negli Stati Uniti in aumento ad oltre 50 euro al chilo, quella di Trump è ”una vera dichiarazione di guerra economica”. Coldiretti evidenzia che a pesare è anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere: con nuovi dazi al 30% le tariffe aggiuntive arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate. Per Confagricoltura i dazi al 30% ”sono una condanna non solo per il settore ma per l'economia di interi Paesi”.
L'Italia è un Paese con una forte vocazione all'export verso gli Usa (nel 2024 la dimensione economica è stata pari a 64,7 miliardi di euro). La Banca d'Italia ricorda che il 43% delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti sono costituite da prodotti di qualità alta e un altro 49% di qualità media. Prodotti che, verosimilmente, sono diretti ad acquirenti (persone fisiche o imprese) ad elevato reddito che potrebbero rimanere indifferenti ad un aumento del prezzo causato dall'introduzione di nuove barriere doganali. Il potenziale calo della domanda statunitense legato all'incremento dei prezzi dei prodotti finali potrebbe essere assorbito dalle nostre imprese attraverso una contrazione dei propri margini di profitto. Il Paese a stelle e strisce rappresenta il secondo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, con un valore annuale che nel 2024 ha toccato i 64,7 miliardi di euro, pari al 9% circa dell'intero export nazionale.
I dazi voluti dall'amministrazione Trump potrebbero penalizzare, in particolare, le esportazioni del Mezzogiorno. A differenza del resto del Paese, infatti, la quasi totalità delle regioni del Sud. esclusa la Puglia, presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri.
Il tema dazi è naturalmente al centro del dibattito politico. Da Bruxelles è arrivata la reazione che il Governo italiano auspicava. E così la premier Meloni chiarisce il suo sostegno alla Commissione Ue nel negoziato con gli Usa. ”L'Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L'Italia farà la sua parte, come sempre”, afferma Meloni che ribadisce: ”Una guerra commerciale interna all'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo”. L'annuncio di von der Leyen sulla sospensione dei controdazi europei e l'obiettivo di una soluzione negoziata, senza mettere sul tavolo il 'bazooka' dello Strumento anti-coercizione si concilia con le valutazioni di Palazzo Chigi, che predica la necessità di evitare polarizzazioni per disinnescare lo scontro commerciale. Mancano meno di tre settimane alla scadenza del primo agosto, e per Palazzo Chigi e Farnesina vanno usate per cercare un punto di caduta "equo" fra Ue e Usa, ben al di sotto del 30% minacciato dal tycoon.
Nella maggioranza non mancano i distinguo della Lega, dura verso la strategia di von der Leyen. Dice Salvini: ”Anziché minacciare ritorsioni che Oltreoceano potrebbero solo far sorridere, la tedesca von der Leyen azzeri l'eccesso di burocrazia Ue che è il vero dazio che pagano le nostre imprese”. Forza Italia e Noi Moderati criticano invece apertamente i dazi americani. ”Negoziare se possibile, reagire se necessario”, la sintesi del capogruppo azzurro al Senato Gasparri.
Centrosinistra all’attacco. ”La maggioranza è sempre più allo sbando”, sostiene Elly Schlein, che chiede a Meloni di ”prendersi le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30% sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani”. Mentre il leader M5S Conte accusa la presidente del Consiglio di “svendere l'interesse nazionale con una trattativa assurda, da dilettanti”. Per Avs ”l’Europa deve rispondere subito con decisione, soprattutto sulle big tech”.
Il dossier sarà affrontato anche nella missione a Washington del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi avrà vari incontri, a partire da quello con il segretario di Stato Usa Rubio.
Giampiero Guadagni

( 14 luglio 2025 )

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