Giovedì 1 maggio 2025, ore 2:35

Istat 

Lavoro, numeri ancora lontani dal pre-Covid 

Nel mese di novembre 2021 prosegue la crescita dell'occupazione osservata nei due mesi precedenti, facendo registrare in tre mesi un aumento di quasi 200 mila occupati; rispetto a gennaio 2021, l'incremento è di 700 mila occupati e riguarda sia il lavoro dipendente sia quello autonomo. Il tasso di occupazione è più elevato di 2,1 punti percentuali. Lo ha reso noto l'Istat che ha diffuso le stime preliminari su occupati e disoccupati a novembre. Rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020), il numero di occupati è ancora inferiore di 115 mila unità, ma il tasso di occupazione, pari al 58,9%, è superiore di 0,2 punti, quello di disoccupazione è sceso dal 9,7% al 9,2% e il tasso di inattività, al 35%, è ancora superiore di 0,2 punti.
Il tasso di disoccupazione scende al 9,2% nel complesso (-0,2 punti) e al 28% tra i giovani (-0,2 punti). E' la stima preliminare diffusa dall'Istat. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,8%, pari a -43mila unità rispetto a ottobre) si osserva per entrambi i generi e per tutte le classi d'età, con l'unica eccezione dei 35-49enni. Il calo del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,3%, pari a -46mila unità rispetto a ottobre) coinvolge uomini, donne e individui con almeno 25 anni di età. Il tasso di inattività scende al 35% (-0,1 punti). Rispetto a novembre 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-2,2%, pari a -53mila unità), sia l'ammontare degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-4,6%, pari a -633mila), valore quest'ultimo che era aumentato in misura eccezionale all'inizio dell'emergenza sanitaria. La crescita dell'occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla sostanziale stabilità del numero di persone in cerca di occupazione e alla diminuzione di quello degli inattivi (-0,8%, pari a -110mila unità).
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: “Sono numeri che ci parlano di un mondo del lavoro che ha mostrato vitalità e voglia di ripresa ma che, ancora a novembre, scontava numeri lontani dai livelli pre-crisi. Oggi, con l'impennata della curva epidemica, questa distanza rischia di aumentare ulteriormente, tanto più in assenza di strumenti adeguati di protezione e promozione dell'occupazione”. Per questo la Cisl chiede al Governo di rispondere subito a questa emergenza “sbloccando i ristori per i settori maggiormente colpiti, servizi e turismo in primis, ma soprattutto prorogando almeno fino a marzo e per tutti i comparti in difficoltà la cassa covid. Bisogna consolidare subito le reti di coesione, sbloccare gli investimenti e avviare in modo partecipato le riforme previste dal Pnrr, a partire dalle politiche attive. Chiediamo al Governo di aprire subito questo percorso di corresponsabilità insieme alle parti sociali”.
Giampiero Guadagni

( 10 gennaio 2022 )

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