Il ministro degli Esteri Tajani assicura: la premier andrà a Washington ”con la schiena dritta” a proporre di negoziare "sostenendo le posizioni europee". Una precisazione necessaria dopo che il ministro francese dell'Industria Marc Ferracci aveva dato voce alla diffidenza di alcune cancellerie nei confronti del viaggi della leader italiana. ”Se cominciamo ad avere discussioni bilaterali”, il ragionamento di Ferracci, ”l’unità europea rischia di spezzarsi”. Il titolare della Farnesina ricorda i diversi incontri del capo dell'Eliseo, convinto che i vicini d'Oltralpe ”non abbiano capito lo spirito di questa missione”. E nemmeno che ”"l'Unione europea è ben contenta che l'Italia vada a parlare per sostenere le posizioni europee”. Una reazione che ha indotto il governo francese a fare marcia indietro, con la portavoce Sophie Primas che assicura come non ci siano preoccupazioni per la visita italiana perché ”tutte le voci che permettono un dialogo con gli Stati Uniti sono benvenute”.
Sul fronte interno le opposizioni, assai critiche nei confronti di Palazzo Chigi, chiedono un confronto con la premier Meloni. Il leader di Azione Calenda ha inviato al Governo un documento in quattro punti ”per affrontare la crisi che si sta già manifestando negli investimenti e che si manifesterà anche nell'occupazione” a causa dei dazi. Il documento propone una manovra per diminuire il costo dell'energia per le imprese; la cancellazione di Transizione di 5.0 e il ripristino di Industria 4.0; una moratoria sui debiti delle imprese; l'estensione della cassa integrazione.
E dopo l’incontro con le categorie produttive è prevedibile un tavolo del Governo anche con i sindacati. D’altra parte, osserva la segretaria generale della Cisl Fumarola in una intervista a RaiNews24, ”la premier ha parlato di un patto che deve tenere insieme organizzazioni sindacali, imprese e Governo. Questo è il tempo della responsabilità”. Sottolinea la numero uno della Confederazione di Via Po: ”Nessun posto di lavoro deve essere messo in discussione, bisogna immaginare da subito forme di protezione dei lavoratori e le risorse che si immagina di impegnare devono essere finalizzate a sostenere quelle imprese che possono avere difficoltà, non bisogna assolutamente immaginare una distribuzione a pioggia”.
Fumarola non condivide la definizione di ”saccheggio” data dal leader della Cgil Landini all’utilizzo di fondi di coesione e del Pnrr per aiutare le imprese a fronte dei dazi. ”Non userei assolutamente questa espressione, non è nel nostro stile, anzi penso che l'incontro dei giorni scorsi tra Governo e imprese sia servito per capire le ripercussioni negative che le imprese possono subire dai dazi. Piuttosto che pensare al quanto mi orienterei sul come queste risorse dovrebbero essere utilizzate”. E a proposito dei rapporti con Cgil e Uil Fumarola ribadisce: ”Noi non abbiamo mai messo da parte la possibilità di un'unità sindacale sulle azioni, quello che ci ha diviso in questi anni è stato metodo e merito”. Un esempio su tutti: ”Noi non abbiamo deciso di proclamare uno sciopero a luglio su un testo di manovra che avremmo dovuto conoscere a ottobre. Significa che noi vogliamo stare nel merito delle questioni e utilizzare un metodo, che per noi è contrattazione, concertazione, partecipazione, senza mai porre veti. Se si riesce a farlo insieme, ben venga, diversamente ce ne dispiace ma continuiamo ad andare nel solco delle politiche scelte dalla Cisl”. Unitariamente Cgil Cisl e Uil hanno deciso di celebrare il Primo Maggio dedicandolo a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, scegliendo tre luoghi simbolici: saremo in Sicilia, in Toscana e a Roma. ”Da quelle piazze - dice Fumarola - ribadiremo l'importanza di unire le forze, di stringerci intorno ad un patto che possa in qualche modo arginare non solo le morti ma anche gli infortuni, le malattie professionali, le aggressioni perché sicurezza è anche questo. Tanto è stato fatto, ma ancora resta da fare”.
Giampiero Guadagni