Sabato 19 luglio 2025, ore 9:16

Bruxelles 

L’Ue discute sui dazi di Trump ma c’è chi invita alla calma 

"Se si parla di dazi al 30% o più, ci sarà un impatto enorme sul commercio. Sarà quasi impossibile continuare gli scambi commerciali come siamo abituati nelle relazioni transatlantiche. Le catene di approvvigionamento transatlantiche ne risentirebbero pesantemente su entrambe le sponde dell'Atlantico". È questa la posizione del commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, all'arrivo al Consiglio Ue Commercio. "Non credo ci sia un leader industriale contento di questa politica tariffaria. Sentiamo di avere un'enorme responsabilità per la più grande relazione commerciale su questo pianeta, dimostrando enorme pazienza, quasi creatività, per trovare le soluzioni", ha evidenziato Sefcovic. "Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare questo scenario estremamente negativo", ha aggiunto. Ieri mattina i ministri del Commercio dell’Unione europea si sono riuniti a Bruxelles per affrontare un nuovo fronte di crisi transatlantica, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 30% sulle importazioni europee a partire dal 1° agosto.

Il vertice, parte di una due giorni del Consiglio Affari Esteri, si preannuncia cruciale per definire la posizione unitaria dell’Ue, che si trova ora a dover bilanciare tra diplomazia e fermezza. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, parlando alla stampa, ha ribadito l’impegno per il dialogo ma ha chiarito che l’Europa è pronta a reagire con contromisure già pronte, nel caso in cui i negoziati con Washington non portino a risultati concreti. La Danimarca, che con l’amministrazione Trump ha anche la questione della Groenlandia aperta, è pronta allo scontro. "Non vogliamo una guerra, non è nel nostro interesse, ma dobbiamo riconoscere che le nostre relazioni con gli Stati Uniti sono ad una giuntura critica e dobbiamo essere pronti per tutte le circostanze". Vuol dire negoziare una soluzione amichevole entro l’1 agosto, e contemporaneamente mettere a punto i contro-dazi.

"Se vuoi la pace devi prepararti per la guerra", sbotta infine il Rasmussen, che invita i Ventisette a essere "uniti" nella risposta alle minacce di Trump. Quindi riassume la politica del ‘doppio binario’: "Non vogliamo la guerra ma dobbiamo essere pronti", e in tal senso la presidenza danese conferisce mandato pieno al negoziatore Ue, il commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, che "ha bisogno di tutto il nostro sostegno". Peccato che al tavolo i ministri si presentino divisi. Belgio, Lituania, Svezia, Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Italia vorrebbero evitare escalation e concentrarsi solo all’accordo negoziale e negoziato. La Commissione ha congelato fino all’inizio del mese prossimo il primo set di misure di risposta ai dazi Usa, e fermato il meccanismo di aggressione commerciale proprio per poter negoziare. Francia e Germania chiedono invece contro-dazi dall’1 agosto in caso di nessuna intesa.

"Sono deluso" perché la lettera inviata da Trump "ci pone in una dinamica diversa", riconosce Sefcovic. Non ha gradito l’iniziativa dell’inquilino della Casa Bianca nel bel mezzo del negoziato in corso, che comunque il commissario per il Commercio, non abbandona. "Non abbiamo mai cambiato la nostra strategia: la soluzione negoziata è sempre meglio delle tensioni". Quindi si discute, e si preparano le contromisure, perché le tariffe americane annunciato sono irricevibili. "Che i dazi siano al 30% o di più non cambia gli effetti: si rende il commercio quasi impossibile e la catena di approvvigionamento trans-atlantica sarebbe interrotta". I ministri fanno un punto per capire come muoversi, ma non si può escludere una riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo.

Rodolfo Ricci

( 14 luglio 2025 )

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