È il secondo giorno del vertice Nato a L'Aja. I leader dell'Alleanza transatlantica confermeranno l'aumento delle spese militari al 5% del Pil. Festeggia per il raggiungimento dell'obiettivo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha affermato: "Oggi è una giornata importante. La Nato sarà molto forte con noi, quando c'era Biden era tutto morto". Ad aprire il summit è stato il segretario Mark Rutte, che ha negato che il nodo della Spagna, che aveva dato il veto all'aumento delle spese, sarà un problema e ha spiegato: "I leader politici devono prendere delle scelte (con bilanci in sofferenza), devono trovare i soldi e questo non è facile. Ma sono certo che ci arriveremo. I miei colleghi al tavolo delle trattative sono assolutamente convinti che, date le minacce dei russi e la situazione della sicurezza internazionale, non ci sia alternativa".
Presente anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che su Madrid ha sottolineato: "Dovrà rispettare le regole". Tuttavia, proprio sulla questione centrale dell’aumento delle spese in difesa (che dovrebbero passare dall’attuale 2 al 5% del Pil, distinguendo tra un 3,5% di spese militari "classiche" più un ulteriore 1,5% in investimenti legati alla sicurezza) non sembra essersi ancora sciolta la riserva del premier spagnolo Pedro Sánchez. Il segretario dell’Alleanza atlantica ha ribadito invece l'impegno degli alleati di alzare fino al 5% del Pil le proprie spese per la Difesa, uno dei punti nodali. Con il nuovo piano - ha aggiunto Rutte - aggiungeremo migliaia di miliardi. I miei colleghi al tavolo sono fermamente convinti che, data la minaccia russa e la situazione della sicurezza internazionale, non ci siano alternative. Dobbiamo farlo".
L’impegno del segretario generale della Nato di far aumentare la spesa militare in tutti e 32 Paesi dell’Alleanza era stato annunciato da Donald Trump, alla sua maniera. Martedì sera aveva scelto di pubblicare sui suoi profili social un messaggio privato in cui Rutte gli garantiva che si sarebbe arrivati a spendere il 5% del Pil. Il tutto scritto con parole lusinghiere nei confronti di Trump: nel suo messaggio scrive che lui riuscirà a "ottenere qualcosa che nessun presidente americano è riuscito a fare negli ultimi decenni. L’Europa pagherà un sacco di soldi, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria". Ai giornalisti che gli chiedevano chiarimenti, il segretario della Nato ha risposto che "non è imbarazzato. Nel mio messaggio - ha spiegato - enunciavo un fatto, non saremmo dove siamo ora se Donald Trump non fosse stato eletto nuovamente presidente. Non ho problemi che l’abbia pubblicato".
Poi, in apertura della seconda giornata del summit Rutte ha chiarito un altro elemento finito al centro del polverone. Originato, come spesso accade, da alcune parole di Trump che, in questo caso, ha parlato di "diverse interpretazioni" legate all’articolo 5 del trattato costitutivo dell’Alleanza atlantica, quello che prevede la mutua assistenza militare in caso di aggressione a uno degli Stati alleati. "È assolutamente chiaro - ha chiarito il segretario Nato - che gli Stati Uniti sono totalmente impegnati nei confronti della Nato e dell'articolo 5. E sì, c'è anche un'aspettativa, che sarà soddisfatta oggi, ovvero che i canadesi e gli europei accelerino la loro spesa, assicurando non solo che siamo in grado di difenderci dai russi e da altri, ma anche di raggiungere la parità. Ed è giusto che spendiamo quanto spendono gli Stati Uniti".
Rodolfo Ricci