Giovedì 25 aprile 2024, ore 2:51

Guerra 

Bce e Fed tirano fuori le sciabole per frenare la corsa dell’inflazione 

Banca centrale europea e Federal Reserve americana puntano le loro armi contro l'inflazione, ma salgono i timori che lo sforzo non sia sufficiente a fermare un nemico che nessuno aveva visto arrivare così prepotente. E se anche si riuscisse ad arginare, gli effetti collaterali della battaglia potrebbero abbattersi sull'economia soffocando la ripresa post pandemica. "Non credo che torneremo ad una situazione di bassa inflazione. Ci sono forze scatenate dalla pandemia e dalla situazione geopolitica che cambiano lo scenario", ha detto la presidente Bce, Christine Lagarde, con un cambio di prospettiva rispetto a quella ipotizzata fino a poco fa. Gli indizi ci sono già: sul lato europeo, c'è l'inflazione spagnola che tocca il nuovo record del 10% (anche se quella tedesca resta invece al di sotto delle aspettative), mentre negli Stati Uniti gli occhi sono sul Pil del primo trimestre che cala dell'1,6%, riportando giù la crescita per la prima volta dal 2020.

E nemmeno le rassicurazioni dei numeri uno di Bce e Fed, riuniti a Sintra, in Portogallo, riescono a diradare le ombre sul futuro: dopo il confronto in diretta, i mercati europei chiudono in negativo. Christine Lagarde e Jerome Powell, riuniti assieme agli altri banchieri centrali per l'evento annuale organizzato dalla Bce, difendono la strategia messa a punto dalle rispettive istituzioni proprio per evitare che sulle economie, già provate dalla pandemia ed ora in netta ripresa, scoppi la bomba dell'inflazione fuori controllo. Le strade scelte sono diverse: la Fed, che si è mossa in anticipo, scommette su un forte rialzo dei tassi, che secondo Powell può tranquillamente sostenere perché "l'economia Usa è in grande forma" con famiglie e imprese forti di risparmi e bilanci solidi. Per questo l'economia può rallentare senza troppa preoccupazione, giusto il tempo di far tornare in equilibrio domanda e offerta. Per l'Eurozona, invece, la situazione è molto diversa.

Lagarde si è soffermata sulla particolarità di un'unione di 19 Stati, ognuno con una sua politica di bilancio, senza un mercato unico dei capitali né un'unione bancaria completa. La presidente ha confermato che Francoforte si muoverà gradualmente sul fronte del rialzo dei tassi, una strategia appropriata in un momento di incertezza alta. Mentre a giugno torna in calo la fiducia degli europei nell'economia, gli occhi sono puntati sul 21 luglio, quando i tassi risaliranno per la prima volta dopo undici anni. L'aumento dovrebbe essere di 25 punti base, anche se alcuni tra i falchi del consiglio direttivo vorrebbero raddoppiarlo. Per il 21 luglio è atteso anche il nuovo scudo anti-spread, lo strumento pensato per evitare che la normalizzazione della politica monetaria pesi eccessivamente sui Paesi più deboli, come l'Italia, dove i tassi sono schizzati al solo annuncio del cambio di passo.

Rodolfo Ricci

( 30 giugno 2022 )

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