Sabato 17 maggio 2025, ore 7:39

Bruxelles 

Dazi, l’Ue punta ad una intesa con gli Usa ma prepara Piano B 

"Quello che è importante per noi è che il risultato dei negoziati" sui dazi con gli Stati Uniti "sia giusto ed equilibrato: su questo insistiamo ed è un punto permanentemente nei nostri dibattiti". È. questala posizione del commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue Commercio, evidenziando che "qualsiasi cosa" l'Europa firmi non deve soltanto risolvere la situazione attuale ma anche gettare le basi per benefici a lungo termine. "Stiamo consultando le parti interessate" sull'elenco di controdazi per rispondere alle tariffe cosiddette reciproche degli Usa: "raccoglieremo i contributi, li analizzeremo a fondo e procederemo con cautela. Nulla è automatico", ha evidenziato Sefcovic, indicando che qualsiasi misura di riequilibrio in esame ha il solo scopo di riequilibrare la situazione attuale "in caso di mancato raggiungimento di un accordo, perché lasciare che l'attuale squilibrio persista indefinitamente non è un'opzione". L’Unione europea dunque rilancia: non vuole solo risolvere la questione dei dazi con gli Stati Uniti, ma gettare anche le basi per benefici a lungo termine. Intanto, però, tiene i piedi per terra e continua la preparazione al suo piano B, in caso di mancato accordo con Washington.

A dirlo, sempre al termine del Consiglio Ue Affari esteri - Commercio, è il commissario europeo Maros Sefcovic che ha ricordato di aver avuto un’altra conversazione costruttiva con il segretario al Commercio Howard Lutnick sulle potenziali aree in cui un accordo potrebbe iniziare a prendere forma, e ha precisato di essere anche in stretto contatto con l’ambasciatore Jamieson Greer, che spero di incontrare in Europa. Per Sefcovic, il punto di partenza resta semplice, e cioè il fatto che l’Ue e gli Stati Uniti condividono un legame unico in materia di commercio e investimenti e affrontano "molte delle stesse sfide e quindi le soluzioni comuni sarebbero le più sensate".

Ma c’è di più: "La portata delle nostre relazioni rende questi negoziati diversi da tutti gli altri. Pertanto, qualsiasi accordo venga firmato dovrebbe risolvere la situazione attuale, ma anche gettare le basi per benefici a lungo termine e siamo anche stati chiari sul fatto che le contromisure non sono la nostra prima scelta", ha precisato. Dunque, di sta esaminando la questione da ogni punto di vista per garantire un risultato equo, equilibrato e duraturo, con il chiaro obiettivo di garantire un accordo globale che affronti l’intera portata delle tariffe statunitensi, ha evidenziato il commissario.

Ciò non toglie, però, che ci sia bisogno per l’Ue di preparare le sue strategie di difesa. "Stiamo consultando le parti interessate su un elenco di misure di riequilibrio. Raccoglieremo input, analizzeremo a fondo e procederemo con cautela, nulla è automatico". Come dire: tutte le misure di riequilibrio prese in considerazione hanno l’unico scopo di riequilibrare il campo di gioco nel caso in cui non si raggiunga un accordo, perché lasciare che l’attuale squilibrio persista indefinitamente non è un’opzione. Resta il fatto che il piano B è l’ultima spiaggia. "Voglio essere molto chiaro: l’Europa riguarda la costruzione di ponti, non di muri. Riteniamo che avere ottime relazioni commerciali transatlantiche sia davvero prezioso, poiché rappresentano la relazione economica più importante per l’Ue e per gli Stati Uniti", ha affermato in conferenza stampa Michal Baranowski, sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo economico e della tecnologia della Polonia- Paese che ricopre il semestre di presidenza del Consiglio dell’Ue.

"Pertanto, dobbiamo prepararci al Piano B se i negoziati non raggiungeranno il loro pieno potenziale. Ma spero che non lo attueremo", ha illustrato. Il Piano A spetta alla Commissione e qui il commissario e il suo team stanno facendo progressi concreti in questa direzione, ha ricordato. Il ministro polacco si è detto moderatamente ottimista perché ci sono segnali che gli Usa stanno cambiando approccio e allentando le relazioni anche con altri importanti partner commerciali.

Come la Cina e, naturalmente, l’accordo iniziale stipulato con il Regno Unito. Infatti proprio la Cina ha invitato gli Stati Uniti a sospendere con effetto immediato le misure tariffarie previste dalla Sezione 232 ai sensi del Trade Expansion Act del 1962, relative alle importazioni di articoli specifici ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale, e ad avviare un dialogo paritario per affrontare le preoccupazioni reciproche. Parlando nel briefing settimanale, la portavoce del ministero del Commercio He Yongqian ha criticato i dazi Usa sull'import di automobili, acciaio e alluminio, nonché un'indagine della ex Sezione 232 sui prodotti farmaceutici importati, definendoli "tipici atti di unilateralismo e protezionismo".

Rodolfo Ricci

( 16 maggio 2025 )

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