Giovedì 25 aprile 2024, ore 0:14

Consiglio Europeo 

L’Ue trova al fotofinish l’intesa sul gas e apre sul nuovo Sure 

Sul 'price cap' c'è ancora molto lavoro tecnico da fare, con molte questioni che non sono semplici e dovranno essere esaminate da molte persone. Questo il primo commento a caldo del cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine della prima giornata di lavori del vertice Ue. I leader Ue, ha spiegato, hanno "definito parametri di riferimento precisi" sulle diverse questioni energetiche e ora il 'price cap' "dovrà essere ulteriormente discusso dai ministri dell'Energia nelle prossime settimane". "Se ciò non avrà successo, il Consiglio europeo dovrà tornare al tavolo", ha evidenziato facendo riferimento a una possibile nuova riunione dei capi di Stato e di governo. "La nostra speranza è ovviamente che una decisione consensuale possa essere raggiunta", ha aggiunto. Più ottimista il presidente francese: "Le prossime due, tre settimane sono quelle che permetteranno alla Commissione europea di esprimersi molto chiaramente sul meccanismo di un tetto al prezzo del gas", rimarcato Emmanuel Macron, sempre al termine della prima giornata di lavori al vertice Ue. "A fine ottobre, inizio novembre avremo questo meccanismo che potrà essere esplicitato e dunque implementato. E, in particolare sul corridoio di prezzo sul gas e di solidarietà finanziaria penso si possa andare molto spediti".

Quasi dodici ore di tensioni, attacchi incrociati, musi lunghi. Poi, l'accordo al fotofinish. L' Ue salva l'unità di fronte al nemico russo sul dossier più difficile, quello dell'energia. Lo fa limando, parola per parola, delle conclusioni che restano abbastanza ambigue da lasciare tutti e 27 soddisfatti a metà ma, per il partito del 'price cap' e del nuovo Sure sull'energia, l'intesa registra dei passi avanti. Tanto che Mario Draghi, lasciando l'Europa Building, ha sottolineato: "È andata bene". L'accordo, infatti, mette nero su bianco "l'urgenza delle decisioni concrete" da prendere sul gas con una serie di misure che includono la piattaforma di acquisti comuni e un nuovo benchmark complementare al Ttf.
Il binario da seguire resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre scorso. Le misure, nel concreto, non cambiano: si va dalla piattaforma aggregata per il gas - volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa - all'incentivazione delle rinnovabili fino a un 'price cap' al gas nella formazione dell'elettricità. E, sull'applicazione del modello iberico - caldeggiata dalla Francia ma non dalla Germania - che si potrebbe aprire la strada ad un nuovo Sure sull'energia.

Nelle conclusioni si domanda alla Commissione di fare "un'analisi dei costi e benefici sulla misura" che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri. Ma l'altra novità che fa sorridere il premier italiano è proprio l'apertura - ancora molto cauta - che emerge su un possibile nuovo debito comune. Tra le misure, infatti, figura "la mobilitazioni di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue" con l'obiettivo di preservare la competitività globale dell'Europa e per mantenere il level playing field e l'integrità del mercato unico. Una frase che, secondo Palazzo Chigi, dimostra che le proposte italiane siano state accolte. La strada, in realtà è ancora lunga ma ora, forse, se ne intravede la fine. Entro l'inizio di novembre la Commissione si esprimerà molto chiaramente sul 'price cap' "e andremo avanti spediti anche sulla solidarietà finanziaria", ha spiegato Emmanuel Macron secondo il quale, su quest'ultimo punto, le opzioni di Bruxelles sono due: uno Sure 2 oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) oggi nel quadro del RePowerEu, "dando un pò di flessibilità".

L'impressione è che i 'falchi' del Nord optino per la seconda strada ma, dalla Germania, dopo mesi di muro qualche concessione è arrivata. E, come prevedibile, a catena anche gli altri 'frugali' si sono allineati. "Il focus è sui fondi che già abbiamo ma sul nuovo debito vediamo che si può fare...", ha aperto Olaf Scholz lasciando il vertice. Certo a Berlino è stata data più di una rassicurazione: se le riunioni ministeriali delle prossime settimane getteranno un qualche allarme nel governo un nuovo vertice dei leader sarà convocato. Per ora, tuttavia, Ursula von der Leyen e Charles Michel hanno incassato il loro obiettivo: dimostrare che, di fronte alla Russia, l' Ue non è implosa neppure questa volta.
"Lavoreremo sulle proposte a livello di ministri dell'Energia e punteremo a raggiungere un accordo definitivo entro la fine di novembre", ha infine rassicurato Petr Fiala, primo ministro della Repubblica Ceca, che detiene il semestre di presidenza del Consiglio Ue, in merito all'intesa raggiunta al vertice europeo sulle misure per far fronte al caro energia.

Rodolfo Ricci

( 21 ottobre 2022 )

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