Le incognite della crisi

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La vera sfida di Roberto Fico, che ha ricevuto il mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica Mattarella, è quello di capire dai suoi compagni di partito se il Movimento 5 Stelle è davvero compatto nel dire sì al rientro di Matteo Renzi nella maggioranza che dovrebbe sostenere il Conte ter. I segnali che arrivano dai senatori pentastellati legati a Di Battista non sono incoraggiamenti in tal senso; ma resta l’incognita di quanti di loro effettivamente al momento decisivo voterebbero no alla fiducia. Va detto del resto che anche Pd e Italia viva non sono compatte al loro interno e questo spiega le dichiarazioni ufficiali dei rispettivi leader. Renzi, ad esempio, dopo il primo giro di incontri con Fico ancora non si espone sul no definitivo al reincarico a Conte. Ma è chiaro che preferirebbe un governo, non necessariamente istituzionale, guidato da Mario Draghi; o almeno nel quale Draghi avesse la titolarità dell’Economia per gestire in prima persona il Recovery fund. Scenario che andrebbe bene anche a Forza Italia. Nel centrodestra potrebbe esserci un appoggio esterno della Lega, su questa posizione è chiaramente Giorgetti; mentre resta il dissenso di Fratelli d’Italia che non vede altra strada del ritorno alle urne.
Fico ha tempo fino a martedì. Poi la parola tornerà al Quirinale. Mattarella per quel giorno vorrà avere un quadro chiaro e preciso. La crisi politica non può aggravare quella sociale, economica e sanitaria

( 31 gennaio 2021 )

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