L'anno parte con qualche segnale incoraggiante ma non è affatto superata l'emergenza lavoro. Lo sostiene il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, sottolineando la crescita dei volumi di produzione (+2,7%) del settore metalmeccanico, ancora però lontano dal recuperare il calo di oltre il 25% registrato dall'inizio della crisi del 2008.
"La crescita economica - osserva Bentivogli - è ancora troppo debole e non si traduce nell'inversione di tendenza che sarebbe necessaria sul fronte del lavoro: sono molteplici le situazioni di ristrutturazione e di crisi nei grandi gruppi, con l'aumento di quasi il 7% della Cassa integrazione e il calo dello 0,7% dell'occupazione della grande impresa nel 2016 rispetto al 2015. Ciò si traduce in scenari non ottimistici relativamente all'occupazione: infatti oltre il 16% delle aziende prevede per il futuro prossimo riduzioni del personale, e solo il 14% stima degli incrementi occupazionali (con un 70% di imprese che considera stazionaria la situazione anche per il futuro) con un peggioramento delle prospettive per il complesso dell'industria metalmeccanica". Il comparto metalmeccanico pesa per oltre il 51% tra quelli industriali interessati dalle situazioni di crisi (35% industria siderurgica, 19% Ict, 15% componenti elettrici ed elettronici). Nel 2016 è calata del 17% la cassa integrazione nel complesso, soprattutto per la riduzione della cassa integrazione ordinaria (-38%), ma rimane elevato e pressochè stabile il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e a quella in deroga che interessa circa 86mila lavoratori. I processi di mobilità - prosegue il leader Fim - sono persistenti sia nei grandi gruppi che nella miriade di piccole aziende e hanno coinvolto nell'anno trascorso oltre 65mila lavoratori. Secondo Bentivogli, bisogna ora puntare su politiche attive per aumentare l'occupazione, in particolare quella dei giovani, rilanciando lo strumento dell'apprendistato e lavorando seriamente sull'alternanza scuola-lavoro. Poichè ci sono lavoratori che stanno perdendo la mobilità in zone di "desertificazione industriale", come la Sardegna e il Sud, occorre ripristinare un habitat adatto alla creazione di una nuova cultura d'impresa, risolvere le crisi industriali ancora aperte, spingere sugli investimenti verso innovazione e formazione. "Non ci si occupa di lavoro concentrando esclusivamente l'attenzione, come fatto sin qui, su esodati, art.18 e ora voucher - conclude Bentivogli - C'è molto altro da fare per le vere emergenze del lavoro".
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