Un costoso "cerotto" su una ferita non ancora guarita. Cosi' e' considerato l'accordo approvato dai lavoratori Almaviva di Palermo, utile a governare al momento centinaia di esuberi, crisi di liquidita' e incertezze sulle commesse. Una partita gravosa giocata a suon di ammortizzatori sociali e di temporanee rinunce a diritti come gli scatti di anzianità. L'alternativa era un possibile disimpegno come accaduto già in altre parti d'Italia dove un accordo era stato bocciato. Insomma, i dipendenti in larghissima parte - a fronte anche di una ulteriore perdita secca in busta paga, che qualcuno quantifica mediamente in cento euro - hanno fatto una scelta che mira a vedere garantito il proprio posto di lavoro a Palermo in un momento in cui i call-center sono in gravissima crisi. Restano le incognite delle commesse, come quella di Alitalia. C'è la ripetuta intenzione della società di confermare Palermo come cuore delle attività in Italia, ma si naviga a vista sul fronte dei contratti, con Sky che scade a giugno, Alitalia e Tim a fine anno e Wind ad aprile 2018. Interviene il sindaco di Palermo
Leoluca Orlando: "I lavoratori hanno accettato a larghissima maggioranza un accordo che a fronte di sacrifici immediati,
mira a riscuotere presto garanzie di crescita e consolidamento. Un accordo che rispecchia la crisi complessiva che segna il
settore ma anche le possibilità di rilancio. Chiediamo ora all'azienda l'impegno massimo per garantire occupazione e
produttività a Palermo, così come chiediamo al Governo nazionale di essere sempre più parte attiva per la corretta
applicazione del protocollo sottoscritto di recente per la tutela dei lavoratori". L'intesa prevede, a partire dal primo giugno e per la durata di un anno, il congelamento degli ultimi quattro scatti e il blocco della maturazione del Tfr per un anno per tutti i 3mila lavoratori del sito produttivo di Palermo e il ricorso alla Cigs, dal 13 giugno al 27 dicembre, con una percentuale media del 35% delle ore lavorabili per l'intero periodo. L'azienda anticiperà le erogazioni di integrazioni salariali. Un'intesa, dunque, preventivamente approvata attraverso un referendum. L'azienda si impegna nell'atto scritto per il periodo di un anno alla concessione di buoni welfare dal valore di 500 euro, erogabili in due trances, spendibili in supermercati e altri negozi convenzionati.