Un indebitamento di circa 3 miliardi che con bonus ed altro possono calare a 2,2 miliardi. Questi i numeri messi oggi sul tavolo del Mise che riguardano la società Cmc, la cooperativa di muratori e cementisti di Ravenna che dal 7 dicembre scorso è in concordato preventivo con riserva per la ristrutturazione del debito societario.
I sindacati nazionali di categoria Filca Cisl, Fillea Cgil, Feneal Uil durante l'incontro hanno chiesto la tutela dell’occupazione e l’impegno ad evitare il blocco di opere strategiche come quelle che si stanno effettuando in Sicilia dove molti cantieri sono chiusi e i lavoratori hanno stipendi arretrati.
"E' stato un incontro importante dove è stato recepito che, visti i numeri dell'indebitamento, è ora di pensare a tutelare il reddito dei lavoratori con la cassa integrazione - afferma Barbara Cerutti della Filca Cisl nazionale -. Il problema più grande oggi sussiste in Sicilia ed in particolare nei cantieri Anas che necessitano di una soluzione in tempi rapidi".
“La crisi del gruppo ravennate - affermano i sindacati - non può comportare, oltre all’incertezza per le migliaia di addetti del gruppo, il blocco di opere strategiche per lo sviluppo delle regioni interessate e per la sicurezza stradale dei cittadini”. Fillea, Feneal e Filca chiedono quindi all’Anas di contribuire a trovare soluzioni per il completamento dei cantieri.
La Cmc con circa 1.800 dipendenti in Italia è il quarto gruppo per dimensione nel settore delle costruzioni. Lo scorso 7 dicembre il tribunale di Ravenna ha aperto per la Cmc la procedura di concordato preventivo con riserva. Entro la prima settimana di febbraio la società dovrà presentare la proposta di concordato (è probabile una proroga), mentre i commissari vigileranno sulle attività della Cooperativa.