Timori forti per il futuro dei 270 lavoratori della Wanbao-Acc di Mel, in provincia di Belluno.
Durante l’ultimo incontro al Mise la proprietà cinese ha confermato la volontà di chiudere o vendere lo stabilimento, a tal proposito ha comunicato la nomina di un advisor per individuare nuovi possibili investitori.
Preoccupati i sindacati per i quali finora da parte aziendale non c’è stato alcun impegno concreto e nessun inserimento di nuove linee produttive con un effetto sul prodotto la cui marginalità si è talmente abbassata che non permette l’autonomia economica.
Eppure le premesse da parte della multinazionale cinese erano buone, poiché si prefigurava la nascita, nel 2020, del più grande insediamento produttivo in Europa nel settore dei compressori grazie ad un investimento di 50,7 milioni di euro che avrebbe permesso il rafforzamento dell’ufficio Ricerca e Sviluppo, l’introduzione di nuovi compressori e, come dichiarato nel successivo business plan, quello del 2018, di una nuova linea produttiva che avrebbe consentito un aumento della marginalità del prodotto.
Oggi invece, i cinesi hanno disatteso tutti gli impegni.
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