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Buxelles 

L’Ue si schiera con l’Ucraina ma troppe divisioni interne 

L'Ue a Bruxelles lancia un forte messaggio di sostegno all'Ucraina, condanna "le continue azioni aggressive e le minacce della Russia" a Kiev e invita Mosca "a smorzare la tensione". Non solo. Dal consiglio esteri dei 27 emerge anche l'urgenza di accelerare il lavoro volto a preparare "misure restrittive settoriali e individuali" (leggi sanzioni) in caso d'invasione russa e affida all'Alto rappresentante Ue il mandato di coordinare il tutto, sia tra i partner che con gli alleati, in primis gli Usa. Sulla carta si tratta di uno sfoggio di unità ma, nella realtà, serpeggiano le divisioni. "Tutti concordano che, in caso di attacco, l'Ue procederà con un nuovo giro di sanzioni.

Che cosa però verrà deciso nello specifico è ancora da vedere", spiega una fonte europea bene informata. Il diavolo come sempre sta nei dettagli e il rischio è che la risposta europea alla Russia, dovessero prevalere i prudentisti, risulti fin troppo annacquata. Ed è questo lo scontro che si sta consumando nel dietro le quinte. Berlino, si sa, è considerata tra le capitali più caute. In calendario, a consiglio ancora in corso, è comparso un incontro con la stampa della ministra Annalena Baerbock, poi scomparso. "Un disguido, ci spiace", fanno sapere dalla delegazione tedesca. E ci mancherebbe. Resta però il fatto che tra i partner la posizione tedesca è sotto osservazione. "La Germania è in una situazione difficile, per 16 anni è stata il pilastro della stabilità e ora ha un nuovo governo. Che senz'altro voleva continuare in questa direzione ma il mondo ha altri piani: sono paziente e chiedo pazienza", ha detto il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis arrivando al consiglio. "Oggi dobbiamo andare avanti con la preparazione delle sanzioni, dobbiamo accelerare, le sanzioni sono la più grande misura di deterrenza che abbiamo", ha dichiarato senza mezzi termini Bogdan Aurescu, il capo della diplomazia rumena. Ecco, la diversa sensibilità tra i Paesi Ue verso la Russia - più netti gli orientali, con alcune importanti differenze, più sfumati gli occidentali, con altrettante importanti differenze - non è nuova.

L'Italia (rappresentata dall'inviato presso l'Ue, data l'apertura delle votazioni per il presidente della Repubblica) concorda ad esempio che qualsiasi aggressione nei confronti di Kiev sarebbe "inaccettabile" e comporterebbe "costi" per Mosca. Ma, a quanto si apprende, si dice pronta a contribuire a misure restrittive "graduali e proporzionate", e sostiene la linea di un dialogo con Mosca da portare avanti "ai più alti livelli" dell'Unione europea. Quella del dialogo è d'altra parte una richiesta che piove un pò da ogni cornicione, perché "la diplomazia deve poter fare il suo corso". "Il nostro sforzo collettivo continuerà - ha promesso Borrell - benché la retorica russa non faccia ben sperare". E per quanto riguarda la presunta lentezza dell'Ue sulle sanzioni, nonché l'incertezza su quali misure intraprendere, l'Alto rappresentante ha fatto notare che "parte della deterrenza sta nel non dare informazioni".

Nel frattempo, .Joe Biden e i leader europei hanno ribadito le loro "preoccupazioni" per il rafforzamento della presenza russa al confine con l'Ucraina ed "espresso il loro sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale" del paese. Lo afferma la Casa Bianca riferendo della videochiamata fra il presidente americano e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del consiglio europeo Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier italiano Mario Draghi, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il presidente polacco Andrzej Duda e il premier britannico Boris Johnson.

Rodolfo Ricci

( 25 gennaio 2022 )

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