Mercoledì 24 aprile 2024, ore 4:38

New York 

Fed continua la lotta all’inflazione e rialza i tassi dello 0,75% 

Siamo di fronte al quarto maxi rialzo consecutivo e il sesto dell'inizio dell'anno. La Fed procede spedita nella sua lotta all'inflazione e alza il costo del denaro di un altro 0,75%, portando i tassi di interesse fra il 3,75% e il 4%, il livello più alto dal 2008. Ma una luce in fondo al tunnel inizia a intravedersi: la banca centrale - afferma Jerome Powell - potrebbe rallentare la velocità dei rialzi già in dicembre o alla riunione successiva. Parole da 'colomba', che innescano un mini rally a Wall Street. Ma il sospiro di sollievo dura poco: pur intravedendo un rallentamento della velocità degli aumenti del costo del denaro, il presidente della Fed si affretta a precisare che pensare a una pausa nell'attuale ciclo di rialzi è molto prematuro. La reazione di Wall Street è immediata con i listini che girano subito in negativo. Un tonfo che riflette lo spegnersi della speranza di una fine a breve dell'aggressiva campagna di aumenti dei tassi da parte della banca centrale americana.

Una speranza che il comunicato finale diffuso al termine della due giorni di riunione aveva alimentato certificando che la Fed nel considerare un livello "sufficientemente restrittivo" della sua politica monetaria terrà conto anche dei ritardi con cui le sue scelte hanno impatto sull'economia. Un rallentamento della velocità dei rialzi si "sta avvicinando, potrebbe essere già alla prossima riunione o a quella dopo. A un certo punto rallenteremo ma ancora abbiamo della strada da fare", ha spiegato Powell ribadendo la "determinazione" della Fed a riportare l'inflazione al 2% e a garantire quella stabilità dei prezzi che è il fondamento dell'economia. Per l'economia mondiale invece quello attuale è un momento difficile. "Vediamo un'inflazione alta in Europa a causa della guerra e un rallentamento della crescita in Cina a causa della politica Covid Zero", ha osservato Powell ammettendo però che il sentiero per centrare l'obiettivo di un 'soft landing' dell'economia si è "ristretto" a causa di un quadro dell'inflazione difficile, con i prezzi che restano ai massimi da 40 anni nonostante i sei rialzi della banca centrale nel 2022.

"Nessuno sa se ci sarà una recessione, e se sì quanto profonda", ha aggiunto il presidente della Fed descrivendo un mercato del lavoro forte e parlando di un livello finale dei tassi, quando sarà ultimato il ciclo di rialzi, più elevato delle attese. La campagna della Fed contro il caro-prezzi si è attirata molte critiche. Da una parte gli economisti che hanno messo in guardia sulla possibilità di una profonda recessione nel caso in cui continuasse con i rialzi. Dall'altro lato invece ci sono diversi senatori democratici che, con un occhio alle elezioni di metà mandato, accusano la Fed di ignorare la vita di milioni di americani con i suoi aumenti del costo del denaro che rischiano di mettere in ginocchio l'economia senza far calare l'inflazione. Powell non è apparso minimamente scosso dalle critiche forte di quell'indipendenza che anche la Casa Bianca gli ha sempre riconosciuto.

Rodolfo Ricci

( 3 novembre 2022 )

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